lunedì 11 dicembre 2017

LA TAVOLA DEI GALILEI

LA TAVOLA DEI GALILEI

SERGIO COSTANZO



Una ricerca approfondita, descrizioni minuziose, capacità descrittiva straordinaria: descriverei così il romanzo storico "La Tavola dei Galilei" di Sergio Costanzo, edito da Linee Infinite Edizioni.

Pagina dopo pagina si denota l'attenzione spasmodica che l'autore ha posto su ogni fatto descritto e si percepisce in ogni parola la passione per la storia.

Siamo nel 1500, in terra toscana, con particolare riferimento a Pisa. Protagonista principale Vincenzo Galilei, liutaio e musico, uomo dalle capacità creative straordinarie, in grado di trasformare un banale pezzo di legno in un'opera d'arte.

Siamo nel periodo in cui l'Inquisizione fa sentire forte la sua voce, nel periodo in cui la libertà di pensiero è fortemente limitata. Il proibito, però, attrae come una calamita e si scovano modi e mezzi per leggere libri considerati eretici, per esprimere idee fuori dagli schemi, a dispetto del grosso rischio che ciò comporta.

Vincenzo è un personaggio che mi è piaciuto tantissimo: un uomo onesto, colto, costretto a sposare una donna dallo sguardo sfuggente, una donna fredda, poco incline alla vita di coppia e troppo ligia ai doveri religiosi. Giulia - questo il suo nome - gli darà un figlio, Galileo, ma i tre non formeranno mai una famiglia unita. 

Nonostante ciò Vincenzo incontrerà l'amore vero, quello fatto di attimi, di sguardi, di momenti intensi. Un amore che sboccerà poco a poco e che sarà destinato a durare e, seppur celato, lascerà nel suo cuore sensazioni di armonia, di benessere, di appagamento.

Ma Vincenzo sarà anche colui che capirà il fondamento matematico della corretta accordatura, scoprirà la necessità di contemplare i numeri irrazionali e non le partizioni pitagoriche. Nonostante l'impossibilità di comunicare ai quattro venti questa sua scoperta straordinaria, riuscirà a far circolare la sua conoscenza, il suo sapere a ciò che di più prezioso possedeva: suo figlio Galileo.

Una tavola con incisioni che contenevano questo messaggio sarà ritrovata ai giorni nostri da Marcello, un restauratore che, quasi per caso e in una maniera assai stramba, entrerà in possesso per un breve periodo di un antico organo e, osservando i componenti, scoprirà una serie di lettere, all'apparenza, scritte a caso.

Intorno alla figura di Vincenzo ruotano tantissimi altri personaggi, alcuni reali, altri di fantasia, come la serva "muta" Ginevra (Myriam) che per sopravvivere a un passato di violenze, di soprusi, di terrore, di perdite, decise di non parlare più. Il suo segreto lo svelerà soltanto a Vincenzo, colui che con delicatezza, con dolcezza, riuscirà ad aprire il suo cuore, e poi a Galileo che amerà come un figlio suo.

L'autore Sergio Costanzo è stato un ottimo narratore in questo libro. Ha saputo riportare alla luce, attraverso una storia ricercata, appassionante, coinvolgente, personaggi interessanti, frammenti di vita dell'epoca, vissuti ormai lontani, ma mai dimenticati.

La sua scrittura leggera, scorrevole ha fatto sì che quel periodo storico, non sempre apprezzato, tornasse a galla con "leggerezza".

Un romanzo storico che si legge con facilità grazie allo stile narrativo estremamente fluido, alla chiarezza espositiva, alla limpidezza descrittiva sia dei luoghi sia dei personaggi che ci vengono fatti conoscere nel loro aspetto fisico, nel loro carattere, nel loro essere interiore.

Un romanzo che consiglio anche a chi non ama particolarmente il genere storico perché l'autore è riuscito a raccontare i fatti dell'epoca - con rimandi ai giorni nostri - senza "sbandare" nella noiosità.

Complimenti!!

Nessun commento:

Posta un commento