martedì 20 febbraio 2018

I GIORNI DELLA FENICE

I GIORNI DELLA FENICE

XENIA KENAKIS



Torno con piacere a leggere il racconto "I giorni della Fenice" di Xenia Kenakis, autrice non nuova sul mio blog. Anche questa volta, infatti, il suo stile narrativo lineare, di un certo livello, la sua capacità di coinvolgere con le parole, mi ha piacevolmente colpita.

Non voglio entrare nel merito del racconto parlandovi dei vari protagonisti che scoprirete leggendo il testo. Ciò che voglio fare, però, è soffermarmi su alcuni aspetti che mi hanno fatta molto riflettere.

L'autrice, infatti, riesce a spiegare a chiare lettere come sia pericoloso, in determinati frangenti, essere diversi dalla massa, ragionare con la propria testa, non volersi sottomettere al sistema. 

Voler creare persone con lo stesso pensiero per evitare che diano fastidio... Se ci pensiamo bene una cosa del genere sta già accadendo. Ed è raccapricciante. Ci stiamo, pian piano, lasciando plasmare accettando decisioni assurde che arrivano dall'alto senza ribellarci.

Questa forma di "dittatura silenziosa" è subdola e molto pericolosa. 

Xenia Kenakis è un'autrice che va assolutamente letta: sa scrivere bene, sa incantare con le sue parole, coinvolge il lettore e, soprattutto, lo fa riflettere.

IL SOGNO DEL DRAGO

IL SOGNO DEL DRAGO

ENRICO BRIZZI



Un viaggio interiore alla ricerca di qualcosa di misterioso; un viaggio intenso, difficile, lungo, pensato, quasi all'estremo della propria forza fisica. Enrico Brizzi, autore e protagonista del romanzo "Il sogno del drago" racconta dettagliatamente le 12 settimane che ha impiegato per compiere il tragitto da Torino a Finisterre.

Tre amici si preparano, studiano nel dettaglio il percorso, stabiliscono i punti tappa e, alla fine, partono lasciandosi alle spalle lavoro, famiglia, casa.

Brizzi ha raccontato i luoghi incontrati durante il cammino di Santiago, le sensazioni provate passo dopo passo, le emozioni vissute - tante - gli incontri fatti, alcuni di essi davvero bizzarri.

Dopo la prima parte "in squadra" il protagonista si ritrova a procedere in solitaria, ma non si lascia abbattere. Anche perché durante il cammino non si è mai veramente soli. Ogni giorno si ripete la solita routine: si parte quando è ancora tutto avvolto nelle tenebre e poi si procede a passo sostenuto per ore. Ci si concede qualche pausa per ristorarsi e si riparte, fino a quando si giunge al posto tappa prefissato. I giorni di riposo vengono occupati dalla visita delle città. 

Sinceramente ho trovato il romanzo un po' pesante a causa dei troppi riferimenti storici inseriti e raccontati a menadito, tant è che sembra di leggere proprio un libro storico. Molto interessante conoscere cosa è accaduto nei vari posti che si incontrano lungo il percorso, ma l'autore poteva limitarsi a darne un cenno senza calarsi troppo nei particolari.

Ottime, invece, le descrizioni delle sensazioni d'animo vissute, dei peregrinos incontrati, della solidarietà che si crea tra la gente lungo il cammino.

Emerge poi una chiara riflessione: più volte ci si chiede il perché si è deciso di compiere il cammino. Cosa si spera di trovare alla fine? Qual è la vera motivazione che può spingere una persona a macinare chilometri e chilometri a piedi. 

A questa domanda, leggendo il libro, non si trova una risposta perché una risposta vera e propria non c'è.

Terminato il Cammino di Santiago si torna alla vita di prima. Sicuramente, però, diversi, più ricchi, sazi di un'esperienza unica, surreale, quasi magica. Consci di essere riusciti a superare una prova davvero ardua: andare avanti con qualsiasi condizione atmosferica, non perdere il ritmo, non badare a piccoli malesseri non è da tutti. Pertanto una motivazione profonda che ci spinge a mettere così a dura prova il nostro fisico e il nostro spirito ci deve pur essere.

mercoledì 7 febbraio 2018

7 MESI

7 MESI

ELENA CARLETTI




Il romanzo "7 mesi" di Elena Carletti si presenta come una piacevole lettura. Lo stile dell'autrice è schietto, senza fronzoli, divertente e accattivante.

La storia raccontata è leggera, aggraziata, spassosa. Tuttavia racchiude messaggi di una certa sostanza, di un certo peso. 

Un invito a un matrimonio mette in crisi la protagonista Elisabetta che si pone una serie di obiettivi, tra i quali perdere 7 chili, trovare un lavoro, trovare un accompagnatore per non arrivare sola alla cerimonia della sua ex compagna di classe.

Ci riuscirà? Questo lo scoprirete solo leggendo il libro. Ciò che posso anticiparvi è che Elisabetta sempre sicura di sé, con la risposta pronta, superficiale, per nulla propensa ad ascoltare gli altri, ma concentrata esclusivamente sulla propria figura, inizierà a vacillare, a mettere in dubbio le sue certezze, a riflettere sul fatto che oltre a lei il mondo è formato da altre persone, ognuna con la propria sensibilità.

Questo romanzo mette in evidenza in maniera molto chiara ed esplicita le caratteristiche delle persone che si sentono sempre sicure e, per questo, superiori, che non presentano mai tentennamenti, persone per le quali il dubbio non esiste, per le quali l'errore non è ammesso.

Anche queste persone, però, convivono con una certa dose di fragilità ma, al contrario di altre, sono in grado di celarla.

Eliminare la corazza che ci rende inarrivabili è, spesso, complicato, richiede un percorso lungo, tortuoso. Compiuto il primo passo, però, ogni cosa diventa più semplice. Lasciarci andare, vivere i sentimenti, lasciar sgorgare le emozioni non è mai segno di debolezza, semmai il contrario.

Mi è piaciuto molto anche il personaggio di Roberto, l'avvocato sempre elegante, mai invadente che nasconde un passato e un presente non sempre facile per la presenza di un "fratello-bambino" che protegge con tutto se stesso e che, pur scontrandosi con un muro all'apparenza invalicabile, non si arrende mai.

Che aggiungere ancora... Il libro, come già avete capito, mi è piaciuto molto. L'ho letto tutto d'un fiato ma, purtroppo, non posso esimermi dal fare una critica: il testo deve essere revisionato attentamente per eliminare gravi errori di grammatica che un autore non può permettersi.

lunedì 5 febbraio 2018

DA CHE PUNTO GUARDI IL MONDO?

DA CHE PUNTO GUARDI IL MONDO?

MANUELA BERTULETTI - RAFFAELLA BIANCHI




Ho terminato la lettura del saggio "Da che punto guardi il mondo?" delle autrici Manuela Bertuletti e Raffaella Bianchi, edito da Linee Infinite Edizioni.

Si tratta di un approfondimento sul tema dell'immigrazione che si focalizza sia sull'aspetto storico-sociale sia sull'aspetto dell'informazione.

Ciò che ho trovato interessante è che entrambe le autrici hanno affrontato questo tema così discusso senza connotazioni politiche, ma semplicemente portando a conoscenza del lettore il proprio punto di vista e facendo conoscere alcuni aspetti del Continente Nero non sempre chiari ed espliciti.

E' emersa una netta differenza o divergenza tra ciò che noi conosciamo in seguito a informazioni che recepiamo da televisioni e giornali e ciò che è la realtà.

Lo stesso vale per gli immigrati stessi che, prima di giungere in Europa, non conoscono nulla sulle reali condizioni del paese accogliente. Credono di arrivare in un luogo nel quale è facilissimo "sistemarsi", trovare lavoro e, di conseguenza, poter inviare soldi alla propria famiglia. Purtroppo, però, incontrano notevoli intoppi burocratici e un paese in cui la crisi la fa da padrone.

La seconda parte del saggio raccoglie interviste dei migranti dell'Africa Nera e di italiani che lavorano a contatto con queste persone le cui domande vertono principalmente sull'informazione tout court: l'autrice chiede loro se utilizzano internet, se leggono i giornali, se guardano la televisione.

Ciò che emerge in generale è una versione distorta della realtà: noi italiani non sappiamo le effettive condizioni in cui queste persone vivono nel loro paese e, nello stesso tempo, loro conoscono poco del nostro mondo prima di giungervi alla ricerca di una vita "più leggera".

Un approfondimento che vuole lanciare spunti di riflessione e portarci a conoscenza di aspetti talvolta nascosti. Le autrici hanno anche sottolineato come sia facile cadere nella trappola dell'informazione errata o incompleta e come questo aspetto ci porti ad avere opinioni, spesso, distorte, non conformi alla realtà.

In ogni aspetto della vita bisogna fare lo sforzo di andare a fondo delle cose, di approfondire sempre. Non bisogna mai fidarsi ciecamente di ciò che leggiamo o che apprendiamo dalla tv e dai giornali, in quanto sovente l'informazione è incompleta o manipolata.

Per conoscere il mondo reale è necessario "vedere con i propri occhi", "toccare con naso", non fermarsi alle apparenze.