martedì 30 aprile 2019

PERDERSI

PERDERSI

LISA GENOVA


Alice è la protagonista del romanzo "Perdersi" di Lisa Genova. E' un'affermata scienzata nel campo della psicologia cognitiva, insegnante modello dell'Università di Harvard, moglie amorevole e madre di tre figli, ormai grandi.

La sua vita cambierà drasticamente a soli cinquantanni quando, durante una conferenza, non ricorderà una parola che, in realtà, conosce benissimo. Alice continuerà a non dare peso a quello e ad altri segnali imputandoli al troppo lavoro e al troppo stress.

Ma quando si rende conto che non può andare avanti così, si sottopone a controlli e scopre di essere affetta da una forma presenile di Alzheimer. 

Un romanzo profondo e molto dettagliato che si addentra nei meandri della mente e fa riflettere molto sull'importanza di essere in grado di gestire le nostre facoltà mentali.

Quante volte ci capita di scordarci di fare qualcosa o di dire qualcosa a qualcuno, addirittura di sbagliare date e orari di appuntamenti? Sono tutte fasi transitorie dovute agli innumerevoli impegni che contrassegnano le nostre giornate.

Pensate, però, solo per un momento se da un giorno all'altro non foste più in grado di riconoscere un luogo o un volto a voi famigliare, se non foste più in grado di leggere un libro e di comprenderlo, di vestirvi, insomma.... di gestire autonomamente la vostra vita!

Sarebbe come morire, poco alla volta. E pensate come si sentirebbero i vostri famigliari, i vostri amici nell'osservare il vostro declino.

L'Alzheimer è una malattia subdola, che può avere un decorso lento o più rapido, ma che non lascia scampo.

Alice ha combattuto con tutte le sue forze per mantenere il controllo delle sue facoltà mentali ma, a un certo punto, si è dovuta arrendere all'evidenza.

Un romanzo toccanto che merita di essere letto!

martedì 23 aprile 2019

LA SEPARAZIONE

LA SEPARAZIONE

DINAH JEFFERIES



Intenso: è questo l'aggettivo che userei se dovessi definire il romanzo di Dinah Jefferies "La separazione" con una sola parola.

Siamo negli anni Cinquanta del Novecento a Malacca, in Malesia. Emma, undici anni, e Fleur, più piccola, sono le figlie di Lydia e di Alec e si troveranno improvvisamente a dover lasciare il loro paese natio senza aspettare il ritorno della madre che era stata via qualche tempo per assistere un'amica malata.

Dalla Malesia calda, assolata, piena di colori, saranno catapultate nella grigia, fredda e umida Inghilterra, senza capire perché la sua adorata mamma non le raggiunga.

Lydia, dal canto suo, sarà ingannata e, trovandosi una casa completamente vuota, si addentrerà in un pericoloso viaggio all'interno di un paese dilaniato dalla guerra civile.

Anche quando le circostanze diventeranno drammatiche, il forte rapporto tra madre e figlia non si spezzerà.

Una storia avvincente, a tratti tragica, frutto della fantasia dell'autrice Dinah Jefferies che l'ha ambientata in luoghi a lei famigliari.

Emerge prepotente il rapporto madre-figlia, un rapporto indissolubile anche a migliai di chilometri di distanza e anche quando ormai tutto sembra finito.

Lydia è il personaggio che più mi ha colpita, così caparbia, forte, coraggiosa, che non si ferma davanti a niente e a nessuno pur di ritrovare le proprie figlie; che anche quando tutto sembra perduto continua a coltivare la speranza.

Emma, la ragazzina adolescente, è un altro personaggio che ho apprezzato, così giovane, ma così determinata e perspicace. Lei non ha mai creduto all'abbandono da parte della madre e, pur avendo tutti contro, si batterà per cercare la verità.

Infine, mi sono fermata a riflettere su quanto possa essere crudele la cattiveria umana: come può un padre, per ripicca, portare via le figlie alla madre e far credere loro che colei che ha donato loro la vita e che un tempo lui stesso ha amato, dapprima le abbia abbandonate e poi che sia morta? 

Un romanzo che appassiona e che fa volare il lettore con la fantasia in una Malesia dal caldo soffocante, ma dai colori brillanti e dagli odori forti e in un'Inghilterra così come la conosciamo, grigia, umida, a tratti triste.

Un'ottima lettura!!

lunedì 15 aprile 2019

MEDITERRANIMA. CALI' RACCONTA CHINNICI

MEDITERRANIMA

CALI' RACCONTA CHINNICI

VINCENZO CALI'



"Mediterranima" è una raccolta di poesie particolare in cui l'autore Vincenzo Calì racconta in versi l'essenza delle opere di Lorenzo Chinnici e, di conseguenza, la Sicilia in tutto e per tutto.

Sono lampanti, infatti, i colori brillanti e vivaci dell'isola, gli odori forti e agrumati. L'autore, inoltre, descrive la fatica dei lavoratori, la forza e la sensualità delle donne, le emozioni degli abitanti, i loro pensieri e i loro sentimenti.

Mai come in questa raccolta appare veritiera la frase di Leonardo da Vinci che "apre" l'opera: "La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede".

Leggendo Calì abbiamo entrambe le cose: poesia e pittura; l'arte in varie forme. Come dico sempre leggendo poesie di qualunque genere esse siano, si percepisce l'animo, il mistero, la zona d'ombra imperscrutabile del poeta, e anche in questo caso è così. Calì si svela, poco a poco, con parole, emozioni, vibrazioni, colori, sensazioni.

Potrei definire questo lavoro una raccolta di poesie vive, che trasportano il lettore nella Sicilia di un tempo lasciandolo ad ammirare i paesaggi, a percepire la vita con i suoi profumi, i suoi odori, i suoi colori, a immergersi nella natura e a vivere questo rapporto indissolubile che c'è sempre stato con essa fin dai primordi.

Complimenti a Calì, complimenti al pittore Chinnici e a voi lettori, buona lettura!!

martedì 2 aprile 2019

LOLITA

LOLITA 

VLADIMIR NABOKOV




Ho letto con un misto di piacere e curiosità questo romanzo, tanto discusso. Nel periodo in cui è stato scritto, infatti, era quasi impensabile leggere la storia considerata "troppo licenziosa", la storia d'amore di un uomo maturo e di una ragazzina. E l'autore lo dice nelle ultime pagine del romanzo, racconta la difficoltà nel presentare il testo e a farlo prendere in considerazione dagli editori.

Nabokov ha saputo narrare l'amore tra i due in maniera "educata", mai cadendo nel volgare, mai utilizzando termini spinti, semplicemente ha dosato le parole lasciando il resto al lettore! E, direi, che ha compiuto un lavoro encomiabile e lo dimostra il successo dell'opera.

Humbert Humbert si innamora perdutamente di Dolores, una ragazzina che sa il fatto suo ma che si trova a diventare in qualche modo una prigioniera del sesso. Insieme, dopo la morte della madre, intraprendono un viaggio che li porterà a convivere notte e giorno, a dare e ottenere piacere. Non vi è dubbio che il protagonista sia un uomo "malato", tanto da considerare "Lo" una sua proprietà, un valore inestimabile ma soltanto suo. 

Il suo compito maggiore, infatti, era quello di controllarla in tutto e per tutto, senza lasciarle lo spazio necessario per respirare, fino a quando un giorno Lo fugge e torna a vivere!

L'autore, al termine del romanzo, ha scritto che "Lolita non si porta dietro nessuna morale. Per me un’opera di narrativa esiste solo se mi procura quella che chiamerò francamente voluttà estetica, cioè il senso di essere in contatto, in qualche modo, in qualche luogo, con altri stati dell’essere dove l’arte (curiosità, tenerezza, bontà, estasi) è la norma".

La penna di Nabokov è fantastica, con parole, descrizioni porta il lettore a entrare dentro la storia, a vivere, così, i pensieri deliranti di Humbert Humbert, le sue manie, i suoi ragionamenti e l'impotenza di Lo, nonostante il suo carattere "particolare" e, per certi versi, per nulla remissivo. 

Su quest'opera ci sarebbe da scrivere un libro intero per commentare i vari aspetti trattati e la modalità con cui sono stati trattati, ma lascio a voi il piacere di cimentarvi in questa lettura, se ancora non lo avete fatto o di riprenderla tra le mani e riviverla per cogliere ogni sfumatura!

Buona lettura!