domenica 16 luglio 2017

DORIAN E LA LEGGENDA DI ATLANTIDE

DORIAN E LA LEGGENDA DI ATLANTIDE
DEMETRIO VERBARO


Parto subito dicendo che questo libro deve essere letto e ci sono molti buoni motivi per farlo.
Innanzitutto è scritto bene, con una proprietà di linguaggio non indifferente, descrizioni più che minuziose e dettagliate che denotano una preparazione e una ricerca approfondita da parte dell'autore.
Il lettore, parola dopo parola, "vive" ciò che accade nella narrazione e non può farne a meno, perché i fatti si susseguono lineari, ma non mancano colpi di scena improvvisi, pertanto l'attenzione è sempre alta.
Il romanzo si apre con un dialogo tra Socrate e Platone, in cui Socrate, condannato a morte, sta per rivelare al suo discepolo la storia segreta della nascita di Atene.
Da qui inizieremo a conoscere i vari protagonisti: Dorian, arrivato "dal mare" e cresciuto con amore da Arkadius, pescatore, dalla moglie Khloe e dalla loro figlia Daphne.
Una leggenda in cui prevale sempre l'amore, quello vero, che ti porta a combattere fino allo stremo e oltre per difendere e salvare colei o colui che ti fa battere forte il cuore.
Per fare ciò bisogna essere forti e accettare le sorti, il destino. Vivere una vita che non ci appartiene per il bene della famiglia, fare sacrifici, sudare fino allo stremo.
Quando si è prescelti, come Dorian, non ci si può tirare indietro e lo si deve fare per il  proprio popolo, per portare avanti l'amore delle generazioni precedenti, per dare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi.
Le perdite che dovrà subire saranno molte, forse troppe, ma arriverà un momento in cui Dorian potrà dirsi fiero di se stesso.
Dopo aver raccontato a Platone questa leggenda di Atlantide, Socrate avrà il cuore leggero e potrà abbandonare questa terra sereno, tranquillo sapendo che, da quel momento in poi, tutte le generazioni future verranno a conoscenza di questa storia che ha dato vita alla Grecia.
Grazie all'autore Demetrio Verbaro per aver saputo narrare una storia complessa, in maniera lineare, perfetta, senza mai perdere il filo conduttore.

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