giovedì 22 marzo 2018

GLI INTRECCI DEL DESTINO

GLI INTRECCI DEL DESTINO

ANDREA DI FRANCESCO




L'impressione che ho avuto leggendo il romanzo di Andrea Di Francesco non è positiva. L'autore racconta una serie di vicende legate a vari personaggi, ognuno dei quali segnato da un passato turbolento, che troveranno nello scorrere delle pagine un intreccio.

Scrivere un romanzo di questo genere, però, richiede non solo bravura, ma anche la necessità di avere in mente uno schema ben preciso che non ho riscontrato.

I capitoli sembrano slegati fra loro e un po' "campati in aria". I personaggi sono descritti sommariamente e anche l'aspetto interiore, più psicologico, necessiterebbe di un ulteriore approfondimento. Il tutto, inoltre, dovrebbe essere costruito in modo più armonico, più equilibrato.

Anche dal punto di vista prettamente grammaticale non ci siamo: ci sono numerosi refusi nell'utilizzo dei verbi, errori di sintassi, ecc.

Questo mi porta a ribadire per l'ennesima volta che avere una storia in mente non è sufficiente per pubblicare un libro o per essere definiti scrittori.

Consiglio all'autore di riprendere in mano il romanzo (l'idea di fondo c'è ed è buona) e di farselo correggere prima di tutto da un bravo correttore di bozze; in seguito, insieme a un editor, rimetterci le mani e reipostarlo, approfondire alcuni aspetti, per dare al testo una struttura legata e piacevole.

Certo... tutto questo ha un costo, ma la pubblicazione del libro, in fondo, è un investimento per lo scrittore. Inoltre i lettori che pagano un libro hanno il diritto di leggere "un prodotto di qualità" in ogni suo aspetto.

2 commenti:

  1. Grazie per i tuoi consigli,Elvira, a volte possono sembrare duri ma sono necessari a tutti per crescere e migliorare. Faccio "In bocca al lupo" ad Andrea di Francesco e auguro a tutti buona Domenica delle palme. Xenia Kenakis.

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  2. Giustamente Elvira sottolinea pregi e difetti negli scrittori emergenti e lo fa sempre con molto garbo e diplomazia. Sì, la scrittura è sicuramente un investimento e ogni diamante, quando è grezzo, va saputo sfaccettare affinché possa sfoggiare la sua luce più pura.

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